Le gocce imperiali o tintura imperiale

La tintura imperiale, conosciuta anche come gocce imperiali, è una specialità che vanta 2 secoli di celebrità, composta dal monaco Fra Eutimio verso la fine del 1700 e gli inizi del 1800 secondo un’antica ricetta.

                           

    Le Gocce imperiali hanno  gradazione alcolica di 90°; sono un distillato d’erbe prodotte con la stessa ricetta originale nei liquorifici di alcune abbazie dei monaci cistercensi. Hanno un gusto di anice e gli ingredienti sono: alcool, acqua, erbe, aromi naturali e zafferano, che conferisce il colore giallo che le contraddistingue.                                 Gabriele D’Annunzio che ne era un affezionato consumatore, la definì “Essenza tra il mistrà e l’assenzio con altri succhi medicinali, squisitissima…poche gocce bastano a trasmutare un bicchiere d’acqua in una specie di opale paradisiaca”                 L’assunzione non diluita è fortemente sconsigliata perché l’alta gradazione alcoolica, può provocare lesioni, irritazione, arrossamento e semiparalisi delle corde vocali.

Questa specialità, composta dal monaco frà Eutimio, può essere consumata:

-a gocce nell’acqua dà una bibita dissetante e squisita                                                   -poche gocce rendono tonici e gradevoli caffè, the, latte                                                     -un cucchiaio in un bicchier d’acqua toglie i disturbi di una cattiva digestione                   -utile per chi viaggia perchè toglie l’imbarazzo di stomaco prodotto dal movimento degli automezzi                                                                                                                         -usato per l’igiene, disinfetta la bocca, profuma l’alito, previene la carie                       -qualche goccia versata in un batuffolo di ovatta calma il dolore dei denti                        -aspirata profondamente nelle narici, libera le vie respiratorie

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Il Vino Pecorino

Il vino pecorino è un vino tipico delle regioni dell’Adriatico. Le regioni dove viene maggiormente prodotto, sono le Marche e l’Abruzzo, anche se esistono delle coltivazioni anche nel Lazio e in Umbria ed è ottimo abbinato a piatti di pesce. Consigliamo di gustarlo con un piatto tipico della nostra zona: il brodetto alla vastese

Deve il suo nome proprio alla caratteristica di quei territori: terre di pascoli e dunque di pecore. Il nome “pecorino” deriva da questo e a quanto pare i piccoli acini dell’uva, da cui si ricava questa qualità di vino, piacevano molto alle pecore, che maturava prima delle altre varietà ed era dolcissima al loro pasaggio nel mese di settembre.

E’ un vino molto antico, poichè già ai tempi di Catone, nel II secolo a.C. se ne avevano delle tracce, includendolo tra le varietà portate in Italia  durante le migrazioni greche.

I migliori habitat per questo vitigno sono luoghi freschi e collinari, trovando un’ottima collocazione in Abruzzo e nelle Marche.

La vendemmia avviene agli inizi del mese di settembre, il grappolo è leggermente rado; gli acini sono di grandezza media, sferici, gialli con riflessi verdi.

Il vino pecorino ha rischiato l’estinzione e solo il grande e paziente lavoro di alcune aziende abruzzesi e marchiagiane ha permesso di dare un valore importante a questo vino.

Noi vi consigliamo un ottimo Vino biologico abruzzese Pecorino Superiore 75 cl. della  cantina Fontefico di Vasto (Ch) che potete trovare al seguente link:

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Catarrette o Ferratelle

                                                                   Sono dei dolci tipici abruzzesi, che si preparano così:                                                             per ogni uovo aggiungere un cucchiaio di zucchero, uno di olio, 2 di farina e del limone grattuggiato. Impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo, fate riposare un’ora. Preparare l’apposito stampo     spalmando bene dell’olio aiutandovi con un tovagliolo. Con un cucchiaio versare la pastella sullo stampo e cuocere finchè la catarretta prenderà un colore dorato.

Le ferratelle si possono servire con ingredienti dolci o salati, a seconda del vostro gusto. Vi consigliamo di provarle con la gelatina di birra prodotta dal birrificio Leardi di Pescara     che troverete al seguente link:                                                                 

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